Gli Obiettivi del Progetto
- documentazione e ricerca (creazione di una banca dati sulle esperienze già realizzate in questo ambito nel contesto italiano ed europeo)
- formazione (offerta di corsi per docenti di ogni ordine e grado sui temi dell’accessibilità e della fruizione del territorio, o ad altri soggetti)
- consulenza e offerta di servizi sull’accessibilità comunicativa a enti pubblici e privati.
L’obiettivo è la progettazione di percorsi culturali e paesaggistici nel territorio urbano ed extraubani di Roma in cui convivano siti archeologici, beni storico-artistici, siti tecnico-scientifici, esempi di archeologia industriale, siti paleontologici, tracce di tipo diverso di un passato lontano o recente: elementi che permettano di cogliere la complessa stratificazione di una città come Roma e del suo territorio limitrofo. Esperti come storici dell’arte, archeologi, paleontologi, linguisti, studiosi di letteratura e pedagogisti creeranno materiali-guida testuali e multimodali accessibili, per favorire l’inclusione sociale.
L’idea è che la strada e l’ambiente siano contesti di apprendimento, la cui comprensione favorisce la piena fruizione delle risorse anche da parte di chi è meno o diversamente competente riducendo la possibile sensazione di emarginazione sociale. Come è opinione ampiamente condivisa, l’habitat può essere considerato una scuola all’aperto e un museo diffuso. Il progetto si pone dunque l’obiettivo, in termini metaforici, di fornire le lenti, appositamente graduate, per una comprensione dell’ambiente: il che consente, da un lato, la valorizzazione anche turistica di territori ancora trascurati da questo punto di vista, quali borgate e periferie; dall’altro, incoraggia la presa di coscienza da parte della collettività (in particolare nei soggetti in età scolare) sul rapporto identitario, sulla diacronia, sul rilievo storico-culturale del territorio in cui si trova a vivere.
Cos’è Artis
Il progetto nasce dalla scelta condivisa di docenti dell’Università di Roma Tre di far convergere competenze ed esperienze già maturate in differenti ambiti di conoscenza in un nuovo e ampio settore di approfondimento scientifico. La natura complessa del tema ha condotto alla costituzione d’un gruppo di ricerca interdisciplinare in cui si intrecciano saperi e competenze nel campo della comunicazione, della pedagogia, della storia dell’arte e dell’archeologia, dell’architettura, della divulgazione scientifica, dello sviluppo della persona e della sua inclusione sociale. Il focus del progetto è la progettazione, nel territorio urbano e nella provincia di Roma, di percorsi culturali e paesaggistici per soggetti di età e competenze diverse. Esperti come storici dell’arte, archeologi, matematici, paleontologi, linguisti, studiosi di letteratura e pedagogisti creeranno materiali-guida testuali e multimodali accessibili agli utenti.
Sfondo teorico
- accessibilità, in particolare quella comunicativa. Il tema è stato oggetto di trattazione nei vari ambiti di ricerca di linguistica applicata e linguistica computazionale che si sono occupati del problema della semplificazione della comunicazione istituzionale e dell’uso di sistemi linguistici e comunicativi diversi nel caso delle disabilità sensoriali: le guide in LIS per i sordi, ad esempio, e i percorsi tattili per non vedenti e gli ipovedenti. Proprio per la fruizione dei beni culturali da parte di questi utenti, impossibilitati ad accedervi in totale autonomia, è fondamentale il ruolo di tecnologie innovative dirette a favorirne la piena inclusione e l’accessibilità al patrimonio. Fra le tecnologie al servizio della semplificazione dei dati linguistici non va dimenticato il TAL (trattamento automatico del linguaggio), che gode di una lunga tradizione di studi e che ha subito un’accelerazione negli ultimi dieci anni: Gli strumenti TAL offrono la possibilità di intercettare parametri di complessità linguistica molto raffinati. A differenza dei tradizionali indici di leggibilità, tipicamente basati sulla lunghezza delle frasi, i nuovi indici computano parametri linguistici molto articolati, come quelli sintattici.
- nozione di museo diffuso. Com’è noto, un museo diffuso, diversamente da un normale museo, non è circondato da mura, ma interessa un territorio caratterizzato da un patrimonio naturalistico e storico-artistico particolarmente rilevante, che merita di essere tutelato, valorizzato e restaurato. Gli oggetti che espone, accanto a quelli di interesse etnografico e storico, sono i paesaggi (naturali e antropizzati), l’architettura, i siti, le testimonianze orali della tradizione: un sistema unitario di beni culturali posti in relazione tra loro mediante dispositivi che ne assicurino l’accessibilità e l’intelligibilità. e
- ambiente come una scuola all’aperto. La positività dell’educazione all’aperto è un punto fermo nella pedagogia per l’impatto educativo che deriva dalla sollecitazione di tutti i sensi e di tutte le facoltà dell’essere umano nel momento in cui vive in un ambiente naturale. La tradizione culturale più recente riscopre il valore dell’esperienza all’esterno, nel bosco, nel prato, nell’orto come formazione al rispetto dell’ambiente e come educazione alla acquisizione di comportamenti che salvaguardano la vita di relazione con sé stessi, con gli altri, con le cose. Vivere in luoghi aperti e sperimentare contatti umani, di cura e attenzione, previene situazioni di aggressività e di isolamento: la vita sociale si arricchisce e potenzia l’attività della mente. Si diventa più intelligenti, oltre che più creativi e più socievoli. La ricerca pedagogica ha messo, pertanto, in luce il ruolo dell’educazione outdoor e a) definisce la sostenibilità come valorizzazione dell’ambiente naturale paesaggistico reale e vivente; b) esamina lo sviluppo dell’infanzia in ambienti sostenibili perché naturali, non artificiali e non virtuali; c) crea il prodotto del museo vivente outdoor come confluenza della trasformazione del linguaggio in comunicazione significativa (museo vivo vs museo morto).