giustizia

La Comunicazione Giudiziaria

La collaborazione tra linguisti e giuristi riguarda diversi campi e aree di competenza: lo studio del linguaggio giuridico, sia in termini descrittivi che didattici nel contesto del cosiddetto Language for Specific Purposes (LSP); la questione dell’identificazione della voce nel quadro della fonetica forense; il campo più ampio dell’identificazione del parlante/scrittore attraverso analisi stilistiche, dialettologiche e sociolinguistiche; la trascrizione di registrazioni scoperte e la valutazione dell’affidabilità dei dati registrati (la conversazione deve essere integrale e non interpolata); e lo studio delle interazioni in tribunale durante i processi da molte prospettive di ricerca, che vanno dalla linguistica applicata all’analisi del discorso e alla sociolinguistica interazionale. Tutto ciò offre la possibilità ai linguisti di fornire consigli e competenze quando si tratta di interpretare i dati linguistici forensi

Un’interazione come questa tra il mondo forense e quello linguistico deriva da una necessità immediata, la quale non implica necessariamente una conoscenza reciproca. Ciò che è chiaro è che le attività legali, giuridiche e giudiziarie sono intrinsecamente legate agli aspetti linguistici e comunicativi. Questo significa che lo sviluppo della consapevolezza linguistica dovrebbe essere uno degli obiettivi principali nella formazione dei professionisti del settore forense. La pervasività della lingua in ogni contesto giuridico è affermata da tutte le opere introduttive all’argomento (Atkinson, Drew, 1979). I manuali arrivano persino a equiparare il diritto al linguaggio. Come dice Palazzo (2003, p. 113), “il diritto è linguaggio”, perché ogni aspetto del diritto si traduce in parole.

Inoltre, De Mauro (2002, p. IX) mostra come, in molte lingue, le parole giuridiche e linguistiche siano strettamente interconnesse: 

Consideriamo le parole latine iudex e ius: ius era inizialmente usato nel campo del culto e significava ‘formula consacrata’, da rispettare e tramandare; iudex è chiaramente legato a ius e dico. Come tale, il giudice era colui che aveva il potere di ‘dire ius‘. Allo stesso modo, nel greco antico le parole usate per tradurre ‘legge’, ‘giurisprudenza’, e ‘giudice’, sono tutte collegate a ‘partizione uguale’, ‘stabilità’, ‘discriminazione’. Le parole per ‘avvocato’ erano rhétor, che significa ‘oratore’, e sunégoros, che significa ‘oratore in una riunione pubblica’. Inoltre, in latino l’advocatus era anche chiamato causidicus, cioè ‘colui che è chiamato a dire la cosa in nome dei convenuti e degli attori'”.

Il diritto e la giurisprudenza sono fatti di parole. La validità e l’efficacia di un passo nel processo dipende dalla forza penetrante della parola parlata e scritta. Tuttavia, per le parti coinvolte, le parole non sono solo un canale di espressione. Sono anche la chiave per comprendere i testi che, in un processo, svolgono due ruoli: raccontare ciò che è successo ed esprimere regole giuridiche. Le parole danno forma alla cosiddetta “verità processuale”, cioè la verità artificiale che modifica la realtà perché creata dalle parole contenute negli atti che raccolgono le versioni dei fatti fornite dai testimoni e le parole scritte nei documenti del giudice e delle parti. Tutto ciò che viene detto e scritto durante un processo dà luogo a un miscuglio linguistico, fatto delle diverse lingue parlate dai molti attori che partecipano al processo stesso.

Pertanto, parleremo di “comunicazione forense” quando ci riferiremo ai molti aspetti che appartengono al terreno comune in cui si incontrano linguisti e giuristi, mentre useremo l’espressione “linguistica forense”, tipica del mondo anglosassone, per riferirci al settore disciplinare che indaga la comunicazione forense.

La linguistica forense è già profondamente radicata nello scenario internazionale, anche se è ancora meno affermata accademicamente in Spagna e in Italia, escludendo alcune brillanti eccezioni (ad esempio l’Università di Pompeu Fabra). La IAFL-International Association of Forensic Linguistics, il maggiore organismo del settore, con la sua rivista e la sua conferenza internazionale biennale, sta contribuendo a migliorare l’amministrazione del sistema giuridico attraverso una migliore comprensione delle interazioni tra lingua e legge. Sono stati pubblicati importanti libri di testo – Coulthard, Johnson (2007, 2010); Coulthard, Johnson, Wright (2017); Tiersma, Solan (2012); Gibbons, Turrell (2008) – ed esiste anche un numero crescente di monografie specialistiche.

Tratto da Orletti, Mariottini (2017: 1-2), trad. it. di Franca Orletti e Andrea Riga.


Riferimenti bibliografici

Atkinson M., Drew P. (1979), Order in Court, London-Basingstoke, the Macmillan Press.

Coulthard M., Johnson A. (2007), An Introduction to Forensic Linguistics: Language in Evidence, London-New York, Routledge.

IId. (2010), The Routledge Handbook of Forensic Linguistics, Abingdon, Oxon,  Routledge.

Coulthard M., Johnson A., Wright D. (2017), An Introduction to Forensic Linguistics: Language in Evidence. 2nd edition, New York, Routledge.

De Mauro T. (2002), Introduzione, in P. Bellucci, A onor del vero, Torino, UTET, pp. IX-XIII. 

Gibbons J., Turrell M.T. (a cura di) (2008), Dimensions of Forensic Linguistics, Amsterdam-Philadelphia, John Benjamins Publishing Company. 

Orletti F., Mariottini L. (a cura di) (2017), Introduction, in Eae., Forensic Communication in Theory and Practice, Newcastle, Cambridge Scholars Publishing, pp. 1-7. 

Palazzo F. (2003), Dimensione linguistica del diritto e ruolo dell’avvocato, in A.M. Marini, La lingua, la legge, la professione forense, Milan, Giuffrè, p. 113. 

Tiersma P., Lawrence S. (2012), The Oxford Handbook of Language and Law, Oxford, Oxford University Press.

Franca Orletti

Franca Orletti

Professoressa Onoraria di Glottologia e Linguistica dell’Università degli studi Roma Tre.

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